Centro Storico e Palazzo Vitozzi

Centro Storico e Palazzo Vitozzi

Il centro storico di Valentano si sviluppa sulla sommità di un colle che domina l’ampio paesaggio della Tuscia viterbese.

Le sue strade, strette e sinuose, conservano l’assetto medievale, con case in pietra, archi in tufo e piccole piazze che si aprono improvvise tra le costruzioni. Passeggiando tra i vicoli si percepisce un’atmosfera d’altri tempi: il ritmo lento della vita di paese si intreccia alla memoria di secoli di storia, dalle origini etrusche fino al dominio dei Farnese, quando Valentano conobbe un periodo di particolare sviluppo architettonico e culturale.

Le mura di cinta, le porte d’accesso e i resti delle torri testimoniano ancora oggi l’antica funzione difensiva del borgo, mentre gli edifici signorili e le chiese arricchiscono il tessuto urbano con tracce di stili differenti, dal romanico al rinascimentale. La piazza principale, cuore pulsante della comunità, accoglie eventi, mercati e momenti di socialità, mantenendo viva una tradizione di incontro che risale a molti secoli fa.

In questo contesto storico e architettonico di grande pregio si inserisce il Palazzo Vitozzi, elegante dimora situata lungo via Trento e Trieste, una delle arterie più importanti del centro. La sua presenza spicca per le ampie finestre incorniciate in pietra vulcanica e per lo stemma di famiglia scolpito sulla facciata principale. Sui solidi architravi è inciso il nome del fondatore, Joannes Vitotius, sacerdote colto e intraprendente che ne volle la costruzione come simbolo di prestigio e di radicamento nel tessuto cittadino.

La storia del palazzo, tuttavia, non è fatta solo di eleganza e di nobiltà. Durante la Seconda Guerra Mondiale, un bombardamento colpì la zona e una bomba centrò il concio di pietra sopra il portone d’ingresso, provocando un’esplosione devastante. A perdere la vita furono numerose persone, molte delle quali bambini, che in quel momento si trovavano proprio all’interno o davanti al portone, cercando riparo.

Da quel giorno, quell’ingresso è conosciuto con il nome di “Portonaccio”: un termine che unisce il ricordo del dolore al monito per le generazioni future, mantenendo viva la memoria di un episodio tragico scolpito non solo nella pietra, ma anche nella coscienza collettiva della comunità valentanese.